10 cose che fanno gli italiani all’estero

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Ho vissuto per un po’ a Stoccolma, poi a New York, prima di far rientro a Roma. Ora, da un anno (eh, sì… sto per festeggiare 1 anno qui) vivo in Scozia, nella bellissima Edimburgo, e di abitudini da “espatriata” ne ho acquisite a garganella. Gli italiani all’estero sono una comunità speciale. Disillusi dalla madre patria, entusiasti delle nuove città che li hanno accolti, colmi di energie incredibili, venute fuori in maniera sorprendente: si sentono forti, invincibili, eppure pieni di paure e con un senso di malinconia fortissimo per le cose cha hanno lasciato, o meglio, che hanno dovuto lasciare.

Magari avrete maturato anche voi queste abitudini da “cervelli in fuga” o da esiliati, a seconda che abbiate consapevolmente e volentieri fatto i bagagli, o che siate stati costretti dalle esigenze della vita a prepararli di corsa. Io mi ci ritrovo abbastanza. Sì, è un anno e non ho ancora il ferro da stiro! Le cose che non porto in lavanderia, le stiro col phon. (E sono sempre impeccabile, eh!). Date un’occhiata e fatemi sapere che ne pensate, se è così per voi, se ne avete altre da suggerire. Insomma: sputate il rospo!

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1. CUCINANO LA CARBONARA COL BACON

Scordatevi i supermercati con i banchi dei prodotti freschi. Che siano latticini, affettati o carne, nella maggior parte dei grandi supermercati del nord Europa, vedrete solo scaffali con prodotti già impacchettati. Trovare quelli italiani, poi, una sfida che magari un giorno vinceremo, ma ora no. In fondo siamo in UK, la pancetta ce l’avranno! Quella vera, dico. Spulciato ogni singolo scaffale del Tesco sotto casa, ma niente. Né Sainsbury sembra averne scorte. Tutti mi chiedono la carbonara, e io non mi tiro indietro, ma cucinarla col bacon e le uova che hanno il rosso più pallido di uno scalatore in ipotermia, non è semplice. Gli spaghetti De Cecco, quelli intercettati e fatta larga scorta! Perché il segreto di una buona pasta, è la pasta. Almeno quella.

2. SI ALZANO COL BUIO ED ESCONO DALL’UFFICIO CHE È GIÀ NOTTE

Quando vivevo in Svezia, tutti mi chiedevano se avevo già avuto qualche strana mania suicida per via del tempo. In realtà ho trascorso a Stoccolma la più bella estate della mia vita, ma questa è un’altra storia. Gli italiani che vivono all’estero, per via di cose, hanno trovato nella maggior parte dei casi un nuovo nido nel nord dell’Europa, in quella parte di mondo ancora trainante e in forze, con un’economia robusta e che non sembra aver dato ancora cenni di crisi. Più del 70% dei connazionali emigrati all’estero l’anno scorso ha scelto il Regno Unito. Ciò vuol dire, per molti dei 4.5 milioni di italiani espatriati, alzarsi quando fuori è ancora buio, e lasciare l’ufficio quando la luce è già andata a farsi un giro. Dal Paese del Sole a quello dei cieli scuri. Licantropi moderni. Auuuuuhh!

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3. STIRANO CON IL PHON

Ma ditelo. Siate seri. L’avrete fatto pure voi. Magari vi è capitato. Dai… almeno una volta… Non fatemi sentire in colpa. Gli italiani all’estero sono geni improvvisati. Sanno come sfruttare le poche risorse che hanno e utilizzarle per trarne il massimo vantaggio. Questo per tutte le cose. Magari portano le camicie in tintoria (in Italia sarebbe reato!), ma le magliette, quelle le stirano col phon. Una passata e via, come nuove. Col phon!

4. HANNO LA CARTA FEDELTÀ DEL SUPERMERCATO

Non la mostreranno mai alla mamma, questo è certo. E non ammetteranno mai di aver sfogliato il catalogo premi, desiderando una pentola in rame o un plaid a quadri scozzese nuovi di zecca (e “for free”). Ma ce l’hanno. Nel portafogli, nella tasca destra della giacca, in fondo alla borsa, c’è una tessera del supermercato a loro nome. Una carta fedeltà, che avranno sottoscritto perché il tizio alla cassa era stato davvero gentile. Ok, magari solo per quello. In ogni caso: ce l’hanno. E se negheranno… ce l’hanno, ce l’hanno.

5. TORNANO SOLO PER BATTESIMI, MATRIMONI, COMPLEANNI DEI NIPOTI

Non so voi, ma più cerco di fare gruzzolo e di organizzare viaggi esotici in qualche parte lontanissima del mondo, più la gente si sposa, fa figli e chiede a me di presenziare. A me, ma chi sono io? Babbo Natale? A parte gli scherzi (devo dirlo per non offendere gli interessati [Ragazzi, sapete che vi adoro {Figuriamoci se avrei mai potuto perdere la vostra interminabile festa}]), è un po’ così per tutti gli italiani all’estero. Le poche volte che si rientra in Italia, si cerca di farle coincidere con ricorrenze speciali, cerimonie e compleanni. Quelle precise occasioni in cui rivedi tutta la famiglia in un colpo e realizzi che, in fondo, vivere all’estero non è poi così malvagio. Anzi.

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6. RISPETTANO LA FILA

In Italia si scazzotta alle poste, all’estero si cede il posto alle vecchiette (anche a quelle stronze). Non ho molto da aggiungere. Se non che un bambino sull’autobus si è alzato per far sedere me. Cazzo ho 30 anni. Se sono vecchia, allora voglio essere una di quelle stronzissime!

L’ho pure ringraziato. #maledettame

7. SONO PROFETI IN PATRIA

Quello che si pensa degli italiani all’estero è che hanno trovato fortuna, hanno avuto successo, in poche parole: hanno “fatto i soldi”. E questo li fa d’un colpo: venerabili. Degni di ammirazione, devozione, culto, agli occhi dei nonni, per esempio, ma anche a quelli delle amiche della mamma, della maestra delle elementari, del macellaio sotto casa, che ti indica parlando con i clienti, riferendosi a qualche episodio che ti ha vista interessata nel bel mezzo degli anni ’80, quando ancora pisciavi a letto e di cui ti eri completamente dimenticata, ma che a lui serve come prova inconfutabile per giustificare quella frase, quella famosa frase, che prima o poi vi sentirete appuntare: <<Io la conosco da quando era bambina>>. Appunto. Ora ho 30 anni e i mocciosi mi cedono il posto sull’autobus. 6 cosce di pollo. Finiamola qui.

8. VANNO A LETTO PRESTO

Gli italiani all’estero si stancano prima. Tornano a casa, cenano presto e vanno a letto quando i loro amici in Italia hanno appena iniziato la serata. Non riescono a finire un film per intero: la seconda parte provano a vederla il giorno dopo. Resta ancora un mistero, ma è così: cena alle 19:00 (se non prima), alle 20:00 già sotto il piumone, ore 21:30 è in media il momento in cui sconnettono il server. Non è uno scherzo.

9. PARLANO MALE DELL’ITALIA, MA SE LO FA UNO STRANIERO DIVENTANO PATRIOTTICI

I connazionali che hanno lasciato l’Italia, hanno abbondanato il Paese per un motivo. Ce l’hanno ben in mente tutto il tempo e se ne lamentano spesso con i loro amici inglesi, olandesi, americani, francesi ecc. Sull’autobus, in banca, nei musei, tutto sembra funzionare alla perfezione: “non come in Italia”. Già, ma provate a parlare male dell’Italia con un italiano e vi ritroverete di fronte una belva pronta a farvi a brandelli. Sarà pure un magna-magna, mafia e mandolino, ma è pur sempre il Paese col miglior cibo, più storia e arte (qui entra quasi sempre in gioco la Gioconda) e bellezze naturali del mondo. Provate a smentirli.

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10. FACILE? MA ANCHE NO!

Gli italiani all’estero si fanno il cosiddetto, e rispettabilissimo, “mazzo”. E a quelli che dicono: <<Eh, ma è facile, troppo comodo, lasciare l’Italia che affonda>>, risponderebbero: <<Ma anche no>>. È difficilissimo ricostruirsi da zero un futuro che avevano pensato nel paese in cui sono nati e in cui hanno lasciato sorelle, papà dolcissimi e mamme, che non vedono l’ora di rivederli e di stare con loro per più di qualche ora. Gli italiani all’estero sono quelli che prima o poi torneranno, e a voi, che siete restati “per cambiare il Paese”, magari chiederanno spiegazioni.

Detto questo, fatemi sapere se vivete all’estero, se avete abitudini malsane da “espatriati” e, nel caso, condividele in fondo a questo post.

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14 comments
  1. Il porridge… la prima volta che lo vedi pensi “ma che è?no no mai e poi mai!!!”; ora ci fai colazione e a volte se non hai altro anche la cena….

    1. Ari! Io l’ho provato nelle Highlands e lo ripugno :) Ma vado molto di granola e cereali (spesso anche a cena). Viva la mondanità! :D

  2. So so true! Although io non sono italiana but spagnola the feelings among the spanish community are very similar. It’s the longing for your beautiful, sunny and warm homeland… where you had no future.

    Un abrazo enorme!

  3. Yep, two countries that are experiencing the same. What a issue! But we’ll fix it one day! :D Un abrazo Pat! ;)

  4. Vivo in down under, un anno esattamente oggi mentre ti scrivo, ho trovato il modo di avere il mio amato caffe che mi tiene fortunatamente lontano da quei dannati così acquosi e privi di ogni sapore conosciuti come flat white… comincio a sentirmi un po Australiano con la colazione fatta da salsicce e bacon mentre la tazza di latte diventa meno appetibile, stiro le maglie col phon e le camicie le rovino col ferro da stiro, per fortuna mi aiuta kmart dove una camicia va dai 6 ai 10 dollari, la pasta non é per niente come quella di mamma, fatta con amore in 13 secondi mentre io impiego 4 ore per fare una aglio e oglio. Ma la cosa che mi manca di più é il calcio, quello che non ho mai seguito ma visto che sono italiano tutti mi chiedono di parlarne e di fare paragoni tra calciatori di cui non conosco neppure i nomi… Per mia fortuna sono in grado di fare una pizza altrimenti potrei deludere profondamente le loro aspettative. Una cosa simpatica dell’italiano all’estero é che tutti parlano di come vestiamo bene anche quando ti presenti in pantaloncino ritagliato da un paio di jeans, una canottiera con marchio di sugo dalla matriciana del giorno prima che non hai neanche notato o che andando di corsa non hai voluto notare, e un bel paio di scarpe da ginnastica realizzate in uno di quei colori fluorescenti che hai comprato solo perché erano in offerta col 70%. Mi sento Australiano quando vado per una birretta e torno a casa ubriaco e col conto in rosso e mi sento Italiano quando mi risveglio col doposbornia a piangere perché il mio conto é in rosso.
    Avrei mille avventure da raccontare ma guardo l’orologio e l’orologio mi guarda arrabbiato perché sono le tre di notte (beh forse non tutti andiamo a letto presto all’estero).
    Baci… di quelli nostri, a due puntate, a sinistra e poi a destra, quelli che se provi a farlo all’estero, anche con un altro italiano le persone tutt’attorno pensano che siete fidanzati (che sia maschio o che sia femmina)…
    Goodnight mate =)

  5. Ma Giovanni, il tuo commento è bellissimo! Innanzitutto: auguri! Buon primo anno nella terra dei canguri! E ora, rispondo. Qui in Scozia hanno provato a farmela passare per buona, la colazione con salsiccia e bacon, ma… naaah, vado ancora di latte, neanche un gatto appena ripescato sotto un temporale, e saccottini al cioccolato (ho la scorta dei pangoccioli, eh già). Per il resto, sappi, tu ragazzo gentile dall’Australia, che io sono tifosissima e so tutti i nomi dei calciatori del mondo, ruoli e caratteristiche tecniche, ma il calcio non mi manca per niente. Guardare le partite con papà, quello sì. Una delle cose più belle della vita. Tra birrette e sbronze, qui a Edimburgo ti troveresti alla grande. Mi dilungherei, ma l’orologio dice che sono già (già!) le 19:54, orario in cui spesso russo da un pezzo (non russo, ma tant’è). Ricambio il saluto all’italiana e ti ringrazio con tantissimo affetto. Fai capolino più spesso e tienimi aggiornata sulle tue scorribande. Da un’italiana all’estero, a un italiano all’estero, un grande abbraccio, Sara.

  6. Grazie mille Sara non mancherò di farti sapere di più, adoro scrivere ma dovrei evitare di farlo ad orari impossibili… quando mi risveglio mi accorgo di aver scritto in italiondo arcaico e la cosa mi deprime, da fissato della grammatica che corregge i madre lingua Inglesi che non sanno scrivere nella propria lingua non voglio incappare negli stessi errori u.u
    Ad ogni modo oggi é halloween, e mi preparo per la festa, per l’occasione ho deciso di vestirmi da ubriacone e ho appena finito mezza bottiglia della buon anima di zio Jim Beam.Da aspirante scrittore a scrittrice potrei chiederti prossimamente di dare un occhiata ad un progetto (Libro genere Sci/Fi) a cui sto lavorando da qualche mesetto, sono fermo alle cento paginette e tra impegni, aspirazione che se ne va e sopratutto la cara vecchia voglia mia portami via…

    Ps: adoro il modo in cui scrivi

    un bacione
    Giovanni

  7. Anche io sono ad Edimburgo da 6 mesi e per lavoro sono obbligato a spostarmi spesso.

    Condivido tutto! (soprattutto la parte della lavatrice, ancora non ne ho fatta una, porto tutto in lavanderia)

    Su una cosa devo smentirti: la pancetta Italiana l’ho trovata, dovevo fare bella figura a cena con i colleghi internazionali :)

    1. Ah sì, eh? Allora sappi che io ho trovato ieri i Taralucci della Barilla, il Pesto Agnesi e il più buon panettone che abbia mai mangiato (11£ di bontà) di Valvona e Crolla! :) Grazie Raffaele per essere passato di qua, sei il benvenuto! Magari ci si becca ad Edimbra :)

  8. Sara che dire?? Vorrei tanto poterti dire la mia…sto cercando di andarmene da qui :)
    Tu già tornata dall’Argentina?

  9. Ciao Elisa! Sono rientrata a Edimburgo, e mi manca tantissimo Buenos Aires. Spero di trovare il tempo per scrivere tutto quello che vorrei raccontare di questa magnifica metropoli. Ti capisco benissimo! Io ho cercato e cercato una buona occasione, e alla fine: eccomi in Scozia. Speriamo il 2015 sia il tuo anno! Con tutto il cuore te lo auguro, perché so come ci si sente. Tu dove vorresti andare? Già qualche idea? Un abbraccio!

  10. Ciaoooo stavo cercando roba della Puglia e invece mi sono trovata a leggere questo post che ho trovato simpaticissimo :D Io sto a Londra da quasi 2 anni , mi manca Edimburgo ma e’ nella mia travel list. Quando decidero’ di comprare un last minute ti scrivo!
    Baci

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