Come annunciato su Instagram, io e Timur diventeremo mamma e papà! Una notizia bellissima che ci fa sentire davvero speciali e che in così tanti avete accolto con affetto da lasciarci senza parole per la mole di messaggi. Mi avete anche inabissata di domande e allora ho pensato di raccoglierle in un post a parte e rispondere a tutte (o quasi) con calma. Grazie ancora per la vostra vicinanza, per la preziosa amicizia e incoraggiamento. Ci siamo quasi e tutta questa meravigliosa energia la porteremo con noi nei prossimi giorni.
Come ti senti?
Benissimo! Grazie. Soprattutto: baby sta bene! Come avevo scritto nei giorni scorsi, in questi mesi straordinari di emozione e scoperta, mi sono sentita invincibile, per nulla spaventata dal mondo o da niente, neanche così timida come sono sempre stata in passato, ma forte: con i super poteri! Adesso che la due date si avvicina, continuo a sentirmi in formissima, piena di energia e ancora con tanta voglia di fare. Non ho (ancora) nessun acciacco tipico delle gravidanze al terzo trimestre (dal mal di schiena in poi), capita di svegliarsi più volte la notte, perché la pancia è diventata ingombrante, ma a parte questo, dal primo giorno a oggi è andato tutto benissimo e non abbiamo avuto problemi. Di solito, affronto ogni cosa sulla mia strada con risolutezza e così è andata anche questa volta. Mi sono sentita mentalmente molto forte, tranquilla sempre e motivata. Portare a spasso una vita e sapere di avere due cuori – un altro battito oltre al tuo – mi ha fatto sentire speciale e fortissima.
La fortuna è anche quella di aver avuto tutto il tempo per godermi questo percorso al meglio. Aver fatto la scelta di lasciare il posto fisso tre anni fa e di dedicarmi al mio progetto e lavorare freelance mi ha permesso di prendermi i miei tempi, di dedicarmi a questa nuova avventura con Timur al 100%, senza rinunce, viaggiando fino alla fine, dando spazio a tutte le paure e alle domande che questo cammino può comportare, riuscendo a dargli il giusto peso ogni volta e imparando ad affrontarle o a capirle giorno per giorno.
A quanti mesi sei?
Al momento in cui scrivo, sono alla 36esima settimana e questo dovrebbe voler dire che si è appena concluso l’ottavo mese ed è iniziato il nono. Restano 4 settimane alla data ipotizzata. (E sì: i mesi sono 10, non 9, alla fine, se si fanno bene i conti. Argh!).
Quando nascerà?
Se baby è puntuale (non come me, che sono arrivata con 21 giorni di ritardo) e decide di nascere allo scadere della 40esima settimana, dovremmo incontrarci tra fine Luglio/inizi di Agosto. Per le prime gravidanze non è inusuale che i tempi vadano un po’ per le lunghe, per cui diciamo ai primi di Agosto.
Dove nascerà?
Nascerà a Edimburgo, per cui sarà scozzese! (Con cittadinanza Britannica e Italiana). Non sappiamo ancora se in ospedale o se nel birth centre (struttura gestita da ostetriche e nostra scelta preferenziale per un parto dolce e naturale), perché dipenderà dalla sua posizione. Per ora è in posizione podalica e se così sarà fino alla fine ci sarà bisogno di cesareo in ospedale. Se si gira in tempo, come speriamo, la nostra scelta sarà il birth centre.
Non smetterai di viaggiare?
Mai! Ho viaggiato per tutta la gravidanza, fino alla 28esima settimana (inizio del terzo trimestre). Prenderemo agosto e metà settembre off, e poi, se tutto va bene come speriamo, dall’autunno ricominceremo a viaggiare. Primo press trip confermato a ottobre e poi si torna in Italia per conoscere il resto della famiglia. Per il 2023, il piano è di lavorare tanto, girare moltissimo e vivere qualche mese in alcune destinazioni particolari, ma per ora ci stiamo concentrando su questo 2022 stellare.
Per il lavoro come farai?
Non ho ancora smesso di lavorare e continuerò a occuparmi dei progetti legati al blog e a scrivere per le riviste con cui collaboro fino alla fine. Agosto sarò off e da settembre ricomincerò piano piano. Dall’inizio dell’autunno vorrei tornare a essere operativa al 100% (sia per viaggi che per la scrittura), ma vorrei anche darmi tutto il tempo per capire quanto potrò davvero fare. Amo il mio lavoro e amo lavorare e farò il possibile per conciliare tutto, come ho sempre fatto. Non ho fretta e ho la fortuna di non avere nessuno che me ne metta.
Perché hai deciso di dirlo così tardi?
Questa è una domanda che ci hanno fatto in tantissimi, anche in famiglia. Abbiamo aspettato le prime settimane per dirlo ai nostri cari più stretti (genitori, fratelli e sorelle), ma solo di recente abbiamo deciso di condividerlo con il resto dei familiari, amici e con tutti voi. Ci sarebbero tanti motivi dietro questa scelta, ma semplicemente ci siamo sentiti di fare così. In un mondo rumoroso e intossicatamente social, ci siamo ritagliati uno spazio solo per noi, per viverci questa avventura in modo tranquillo, speciale e prezioso. Se potessimo tornare indietro faremmo la stessa scelta e la consiglierei a tutti.
Per lo stesso motivo, non penso condividerò contenuti legati alla gravidanza così spesso. Continuerò a parlarvi di viaggi, di libri, di vita, ma non esclusivamente e quotidianamente di gravidanza, parto e genitorialità.
Avete sempre voluto un bambino?
Sì. Abbiamo sempre saputo di voler diventare genitori, ma fino allo scorso autunno non avevamo mai provato a diventarlo. Ci sono stati anche momenti in cui mi sono sentita di non volere figli affatto. Mettere al mondo una vita è una scelta consapevole, e legittima è, e dovrebbe sempre essere, anche quella di non farlo; come per una donna di abortire, senza doversi giustificare. Considero la famiglia completa anche senza bambini: si è famiglia in due, come in tre, in quattro… E ho odiato le domande pressanti o anche solo maliziose delle persone che nella mia vita attuale vedo due secondi all’anno, nel chiedere: ma un bimbo/bimba quando? La mia miglior risposta è sempre stata il silenzio. Ma che fatica. Questo è un argomento che magari un giorno approfondiamo.
È stato un percorso lungo per concepire?
No. Anzi. E questo mi ha sorpresa moltissimo, oltre a farmi sentire davvero fortunata. Dopo tre mesi passati in Italia con i nostri nipoti la scorsa estate, ci siamo detti che forse era arrivato il momento anche per noi di “fabbricare un mostriciattolo” e alla prima occasione (eravamo in viaggio per un press trip in Olanda) c’abbiamo provato. Quello che so è che tre settimane dopo un test ci diceva che saremmo diventati mamma e papà. Da lì in poi è stato tutto un susseguirsi di emozioni e rivelazioni difronte a questo miracolo.
Come hai scoperto di essere incinta?
Ero sicura di non esserlo! Avevamo provato solo una volta e avendo letto di tante storie di coppie che faticano a concepire, e delle probabilità di restare incinta scoccati i 35, ero abbastanza sicura avremmo avuto almeno bisogno di qualche tentativo in più. Ho chiesto a Timur di comprare un test per scrupolo, perché i sintomi del ciclo erano forti e di solito non ne ho. A lui ho chiesto di controllare, dopo aver fatto il test, perché tanto sapevo sarebbe stata una formalità e invece è tornato in camera con un sorriso sibillino, dicendomi di andare a vedere da me. Ero incinta da +3 settimane! Abbiamo passato il primo Natale in tre.
Che sintomi hai avuto?
Durante tutti i mesi di gravidanza non ho avuto sintomi particolari. All’inizio, ho avuto giorni di “food aversion”, cioè non riuscivo proprio a sostenere l’odore o l’idea di alcuni cibi (tipo capperi e cetrioli), e avevo il senso dell’olfatto super attivo: odiavo qualsiasi odore chimico, dal detersivo per i piatti all’odore della lavastoviglie appena aperta dopo un lavaggio. Per la prima volta in assoluto ho avuto il Covid (eh, già, l’ho beccato proprio in gravidanza), per cui per qualche giorno sono stata a letto, ma per fortuna tutto è finito subito e non ho avuto strascichi. Ho perso l’olfatto, ma dopo una decina di giorni è tornato.
Ah, un sintomo della gravidanza che ho tutt’ora è quello di fare sogni vividi, e farne tanti. In sogno, ho rivisto e parlato più o meno con tutte le persone che conosco o che sono mancate nella mia vita, e anche immaginato i viaggi del futuro.
Voglie di cibi particolari?
Nessuna in particolare, ma guai a toccarmi la colazione con cappuccino (decaf) e pain au chocolat. Unico sfizio. Per il resto, tutto nella norma.
Hai libri sulla maternità da consigliare?
Sì, ne ho letti alcuni e altri sono in arrivo. Alcuni sono in inglese, ma ve li segnalo tutti di seguito: Your no Guilt Pregnancy Plan (davvero prezioso e guida perfetta, soprattutto per chi vive in UK, ma non solo); A Life’s Work, di Rachel Cusk (in italia tradotto da Einaudi, e lo trovate con il titolo di Il Lavoro di una vita); The best, most awful job di Katherine May (in cui 20 scrittrici parlano apertamente della maternità in tutte le sue sfumature) e The Baby on the Fire Escape di Julie Phillips (in cui l’autrice discute di creatività e maternità, rivedendo anche le storie di scrittrici famose. Mi aspettavo di più da questa lettura); e ora vorrei leggere e prepararmi al parto e al post con Hypnobirthing, di Siobhan Miller e After birth, di Jessica Hatcher-Moore.
Grazie ancora a tutti per i vostri messaggi bellissimi. Proverò a condividere qualcosa in queste settimane che mancano, ma lo farò su Instagram, per cui seguitemi lì. Ah, quasi dimenticavo: He’s a Boy! Yeeeeeeeh!