Hilma af Klint, madre segreta dell’Astrattismo

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La storia di Hilma af Klint nel documentario “Beyond the Visible”. Vita, visioni e miracoli della pioniera dell’Astrattismo che ha riscritto la Storia dell’Arte.

Nel 1944, mentre gli scontri del secondo conflitto mondiale sconquassano l’Europa, tre grandi nomi dell’Astrattismo trovano la morte: Wassily Kandinsky, Piet Mondrian ed Hilma af Klint. Dei primi due sappiamo tutto. Della terza non si conosce nulla, o quasi.

Alla fine del 2012 il MoMA di New York presenta al pubblico la mostra Inventing Abstraction, 1910–1925, concretizzando un grande lavoro di ricerca durato mesi, per celebrare il centenario dalla nascita dell’Astrattismo e, con questo, i pionieri del movimento artistico: da Kandinsky a Kupka, da Delaunay, a Francis Picabia, fino a Malevich e Mondrian. Peccato, però, che un pezzo fondamentale della storia sia stato tagliato fuori. I primi capolavori di Arte Astratta appaiono in Svezia ben prima del 1910, e prima di quell’acquerello di Kandinsky a cui si fa generamente risalire l’inizio della nuova corrente pittorica.

La figura e le opere di Hilma af Klint riavvolgono il nastro della Storia dell’Arte, aggiungendo forme e colori al nuovo genere che caratterizzerà il Novecento, e donando al Canone artistico fino ad allora quasi totalmente dominato dagli uomini, la sensibilità e la straordinaria voce creativa di una donna.

Hilma af Klint
Hilma af Klint, The Dove, No. 1, 1915 © Stiftelsen Hilma af Klints Verk / Moderna Museet

Chi è Hilma af Klint

Hilma af Klint nasce a Stoccolma il 26 ottobre del 1862, da una famiglia aristocratica di sette generazioni di Ufficiali della Marina. Impara a disegnare e ad abbozzare ritratti alla Tekniska Skolan (oggi la University College of Arts, Crafts and Design) e, appena ventenne, è una delle prime donne della sua generazione ad essere ammesse all’Accademia Reale Svedese di Belle Arti. Lascia il suo studio dell’Atelier Building (Ateljébyggnaden) nel 1908, e si trasferisce sull’isola di Munsö, vicino Adelsö, tra i paesaggi sereni e le acque del Lago Mälaren, per assistere la madre cieca e dipingere nella pace di una natura quieta e vibrante. Vivrà anche ad Helsingborg e Lund, prima di far rientro a Stoccolma, dove troverà la morte nel 1944, a seguito delle ferite riportate dopo essere stata investita da un tram.

Hilma af Klint astrattismo
@ Adrian Curry / Kino Lorber Team

L’Arte di Hilma af Klint

Se in poche righe si può riassumere un percorso di vita, lo stesso non si può dire per l’opera visionaria e immaginativa di questa donna straordinaria, tra le figure più enigmatiche, intriganti e sensazionali della storia dell’Arte Moderna.

Gli anni in cui Hilma opera, sono quelli in cui il mondo dell’invisibile si rivela tutto d’un tratto. Se fino ad allora le scoperte scentifiche avevano interessato il mondo visibile, e le manifestazioni artistiche avevano rappresentato il reale, ai primi del Novecento le barriere tra i due mondi si vaporizzano in un istante. Meccanica quantistica e divisibilità dell’atomo fanno la loro comparsa per la prima volta, Freud pubblica i suoi primi saggi, Einstein introduce la Teoria della Relatività. In questo scenario rivoluzionario va collocata la figura di una donna, istruita e dalla sensibilità straordinaria, che guarda alla scienza e alla fisica come strumenti per accedere a un universo aldilà del visibile.

If I want to show the world as it is, I have to invent it. Hilma af Klint

Non solo scienza, però. L’immaginario al quale Hilma af Klint attinge è intriso di misticismo. L’artista è convinta che ad un mondo materiale si contrapponga un mondo parallelo di forze spirituali e concrete. Così come molti dei suoi contemporanei, Hilma si interessa allo spiritismo, all’esoterismo e alla Teosofia. Nel 1896 dà vita, assieme ad altre 4 donne, al gruppo “The Five”, che si riunisce ogni venerdì per sedute di meditazione ed esercizi spirituali. Il contatto con gli spiriti celesti (“The High Ones” o, De Höga), e i messaggi da questi ricevuti di un grande progetto da portare avanti, convincono Hilma ad abbandonarsi completamente alla pittura e a dedicarsi alla serie dei “Dipinti per il Tempio” (Paintings for the Temple, 1906 – 1915), che finirà per cambiare davvero il corso della sua vita.

Le 193 opere prodotte in questi anni sono i primi esempi di Arte Astratta del mondo moderno. E sono opere già mature e complete. Figlie di una consapevolezza artistica originale e sicura. Diversamente da quanto accadrà con i primi lavori dei padri dell’astrattismo: tentativi più acerbi di avvicinamento alla nuova tecnica.

Un approccio rivoluzionario all’arte, quello di Hilma, che da molti del tempo non sarà apprezzato, né compreso. Nemmeno dallo stesso Steiner, fondatore di quella dottrina antroposofica alla quale Hilma faceva riferimento, che consiglierà alla donna di non esibire le sue opere per almeno mezzo secolo.

E di anni ne passeranno, prima che i capolavori dell’artista svedese vengano alla luce. Le opere di Hilma af Klint non saranno mai esposte nel corso della sua vita. Nascoste per decenni nello scantinato di una residenza di famiglia, le sue tele, appunti e disegni saranno lasciati in eredità al nipote dell’artista, assieme a due clausole inscindibili: non potranno mai essere venduti; non potranno essere esibiti prima dei ventanni dalla morte dell’autrice.

E così arriviamo più o meno ai giorni nostri. È il 1986 quando le opere e il nome di Hilma af Klint fanno il loro debutto internazionale per la prima volta, alla mostra The Spiritual in Art – Abstract Paintings 1890 – 1985, del County Museum di Los Angeles. Da allora, le opere della più grande artista svedese sono state esposte nei Musei di tutta Europa. Nel 2013 il Moderna Museet di Stoccolma le dedica la più grande retrospettiva (con oltre 230 opere) e nel 2018 arriva la consacrazione mondiale con la mostra “Hilma af Klint: Paintings for the Future” allestita al Guggenheim di New York.

Hilma af Klint
De tio största, 1907 © Stiftelsen Hilma af Klints Verk. Photo: Albin Dahlström/Moderna Museet

Sebbene il nome di questa artista sia ancora assente da molti libri di storia e fatichi a trovare spazio in molti dei più importanti istituti d’arte del mondo, la sua straordinaria portata artistica si sta facendo strada. Il grande patrimonio di opere e quaderni di appunti e disegni lasciati da Hilma af Klint continuano ad essere tradotti ed analizzati in questi giorni. Ci vorranno anni per decifrare l’immaginario e la cifra stilistica di un’artista tanto immaginativa e moderna, per collocare storicamente storie ed aneddoti e ridare uno spazio nei libri di storia dell’Arte a questa antesignana del genere.

Intanto, il documentario “Beyond the Visible“, della regista Halina Dyrschka, ce la racconta in tutta la sua potenza. In immagini che alternano agli eventi chiave della sua vita, la creazione delle opere uniche dell’artista. Se volete guardarlo, io l’ho trovato sul sito di Kino Now.

E per un assaggio dal vivo dell’estro straordinario di questa pioniera dell’Astrattismo, dal 4 Aprile a Febbraio 2021, le opere più significative di Hilma af Klint, comprese le 10 tele “The Ten Largest,” saranno in esposizione al Museo di Arte Moderna di Malmö.

Le opere di Klint non possono essere vendute e, quindi, possedute da nessun museo, ma la Fondazione a lei dedicata ha stipulato un accordo con il Moderna Museet di Stoccolma, che esibirà costantemente le opere di Hilma af Klint, tra quelle della collezione permanente. Un motivo in più per organizzare un viaggio in Svezia e visitare la bellissima Stoccolma.


Per scoprire di più sulla storia di Hilma af Klint:


Se questo articolo vi è piaciuto, potreste anche essere interessati alle nostre guide sulle città d’arte di Stoccolma, Copenhagen, e New York, o sulle 21 Città Europee da vedere nel 2021.

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6 comments
  1. Non conoscevo questa artista; sto realizzando una Serie di articoli dedicati alle Donne nell’arte, vorrei provare ad approfondire anche la sua figura. Grazie mille per questo ottimo spunto

  2. Non conoscevo questa artista; sto realizzando una Serie di articoli dedicati alle Donne nell’arte, vorrei provare ad approfondire anche la sua figura. Grazie mille per questo ottimo spunto

  3. Mi hai aperto un mondo! Non la conOscevo! Anche perchè Non si sente spesso parlare di donne Nell’arte di quel tempo…

    1. Grazie, Alessia! In effetti, non ne avevo sentito parlare nemmeno io, nemmeno quuando vivevo in Svezia :( Spero la conoscano in tanti. Grazie per essere passata di qui!

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