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Lost in Uzbekistan: città luccicanti e vie della seta

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Gli straordinari scenari dell’Uzbekistan per la prima volta catturati con un drone, nel nostro video in 4K. Clicca play!

L’Uzbekistan sembra custodire, tra le vie acciecanti delle sue città gioiello e antiche rotte commerciali, lo spirito ruggente dell’Asia Centrale.

Un tempo terra di passaggio di carovane di mercanti e scienziati, medici ed artisti, percorsa da culture diverse e diversi saperi e da una costellazione di strade, le “vie della seta”, che dalla Cina conducevano a Roma, l’Uzbekistan ha da sempre fatto dello scambio e della convivialità un meraviglioso biglietto da visita.

Quando arrivo nel Paese, i festeggiamenti per la festa di Navruz sono ancora nell’aria e la primavera sembra accennare un timido saluto. Il mio viaggio parte da Tashkent, di cui mi restano alla mente i grandi parchi cittadini, punteggiati di arbusti folti e vertigionosi, e un’atmosfera di fiaba antica dopo il tramonto, tra le luminarie della via degli artisti, che qui tutti chiamano Broadway.

Quando mi allontano dalle modernità della capitale e dalla quotidianità dei suoi quartieri residenziali, si alternano lungo la strada prati verdi, orti e giardini da frutto, e pascoli sull’argine di piccoli ruscelli, figli del grande fiume Sirdarya, che taglia in due la Valle di Fergana. È in questa piccola enclave abbracciata dai monti del Gissar-Alai e del Tian-Shan che scorre la vita ancora lenta, degli uomini nelle ore della preghiera, delle donne nei campi di gelsi o affaccendate in casa.

L’arrivo a Samarcanda sarà un approdo, a una città sgargiante e chiassosa, antica gloria dell’Emiro Timur, e la visita di Khiva l’incontro con la celebre fortezza, prima gemma del Paese ad essere inscritta dall’UNESCO fra i Patrimoni dell’Umanità. Ma è Bukhara che mi conquista, con le sue moschee assolate, le vasche d’acqua in cui si specchia un cielo di nuvole spumose e la sua millenaria sapienza, tra gli altri, legata al nome di Avicenna. La città è un via vai di turisti e pellegrini, un caleidoscopio di piazze brulicanti e bazaar negli antichi caravanserragli, terme e giardini, gallerie di fabbri ed artisti di pittura miniata, gallerie, scuole coraniche, e minareti.

Quello che resta del mio viaggio in Uzbekistan è l’affetto dei volti gentili incontrati al mercato, la bellezza dei giardini disseminati ovunque e il ricordo di città millenarie che, sotto il sole dell’Asia, luccicano come non mai.

Leggi la mia guida su Cosa vedere in Uzbekistan.

Alcune foto del nostro viaggio in Uzbekistan

Lost in Uzbekistan - The Lost Avocado

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Grazie a Bekruz Hamzaev e al Ministero del Turismo dell’Uzbekistan per averci ospitati in questo viaggio meraviglioso.


Se state pensando di organizzare un viaggio in Asia Centrale, potreste anche essere interessati alle nostre guide su cosa fare a Tashkent e su dove dormire in Uzbekistan; oppure ai video su Kazakistan e Kyrgyzstan.

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